AMICI
N556di Yumoto Kazumi
traduzione dal giapponese di Daniela Guarino
Atmosphere Libri, 2014 ISBN 9788865641156
Inizialmente, si potrebbe pensare che Amici sia la storia dei tre ragazzi protagonisti. Ma, come il racconto si sviluppa, un quarto amico emerge. Lui è un uomo anziano, spiato di continuo dai ragazzi: Kiyama, lo spilungone; Kawabe, il pazzo occhialuto; Yamashita, il grassone. I tre vogliono imparare a conoscere la morte: cosa significa, come appare, ciò che accade. Il vecchio sembra un buon candidato. Mentre osservano l’uomo, cominciano a interessarsi alla sua vita. Quando il vecchio si accorge di essere spiato, si infuria e forse ha un po’ di paura, in un primo momento, ma sceglie di diventare amico dei tre giovani per trascorrere del tempo insieme dopo l’orario di scuola. Il vecchio è un esempio per i ragazzi, ma non nel modo in cui lo immaginavano in origine. Lui diventa un amico, un amico adulto che insegna loro la vita semplicemente stando insieme e continuando a essere se stesso. Kiyama, Kawabe e Yamashita sono una sorta di disadattati, vittime di bullismo da parte di alcuni compagni di scuola. Diventano così un trio inseparabile, sempre pronti a lottare per crescere. Anche se il romanzo è ambientato in Giappone, riguarda i problemi degli adolescenti di tutto il mondo. Tutti i ragazzi condividono la preoccupazione di non essere vittime di episodi di bullismo. La maggior parte di loro è curiosa tanto della vita quanto della morte, indipendentemente dall’eventuale condivisione dei sentimenti con un adulto.
Amici racconta una storia che riesce a trasmettere una prospettiva culturale e un tema universale. Il tema della vita e della morte è molto delicato, ma Yumoto Kazumi è riuscita ugualmente a creare un libro assai godibile che al contempo aiuta i ragazzi a riflettere. In definitiva, è una storia per conoscere se stessi e gli altri e il potere taumaturgico dell’amicizia.
«Una storia di eloquente iniziazione che prima tocca e poi trafigge il cuore»