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La coppa di Apollo
Tanabata

La coppa di Apollo

N786
Prezzo di listino €17,00 €0,00

di MIshima Yukio

traduzione dal giapponese di Maria Chiara Migliore, Paolo Villani

ediz. Atmoshere Libri - ISBN: 9788865643594 pagg. 277

Si tratta di una serie di articoli pubblicati su diversi giornali nipponici dal 1951 al 1967, nella quale Mishima mette in luce inaspettate doti di viaggiatore. Attraverso i suoi occhi il lettore occidentale riscopre in una prospettiva tutta orientale e mai banale l’America e l’Europa degli anni Cinquanta, il Brasile e l’India. New York l’imponente, dove nulla è più a misura d’uomo; il Brasile opulento che contrappone i grattacieli all’Amazzonia e non conosce il razzismo; i colori da cartolina delle Hawaii; l’Africa dei Caraibi tra i rituali di Haiti; la Grecia magnifica che lo fece innamorare; l’India della spiritualità e delle donne bellissime; l’Italia tra i colossi di Roma e la decadenza aristocratica e unica di Venezia; l’antipatia cronica per la Francia. Lontano dalla comune narrativa di viaggio, va tenuto conto della collocazione socio temporale della vicenda e della fonte. Spicca la voce di un Paese sconfitto di recente in guerra, reduce da un disastroso attacco atomico, coinvolto (per forza e per scelta) in un radicale processo di occidentalizzazione, in un periodo in cui era complesso per un giapponese avere la possibilità di recarsi all’estero. Questa pubblicazione – corredata
anche da diversi elzeviri scritti durante viaggi successivi – arriva dalla viva penna di Mishima e l’impronta è decisiva, vivida ancora in questa aggiornata traduzione a oltre cinquanta anni dalla sua morte.

Il testo non si concentra tanto sul viaggio, quanto su Mishima e il viaggio. Impossibile scindere i due elementi in un connubio inestricabile di immagini, ma anche di pensieri, di filosofia, di frequenti collegamenti a opere e autori radicati nel folto patrimonio culturale dello scrittore giapponese. A tratti poetico e a tratti conciso e tagliente, a volte diretto e a volte asciutto e criptico, l’universo di Mishima che esclude la narrativa è sfuggente e forse per questo sempre più attraente.

Se collezionate Mishima, questo volume, come la saggistica, è un modo per possedere non il solo scrittore, ma soprattutto l’uomo


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