Tanabata
Racconti dell'antico Giappone
N580
Prezzo di listino
€22,00
di A.B. MITFORD
LUNI ed., 2015 - isbn 9788879843096
Racconti dell’antico Giappone è un’antologia di narrativa popolare e di folklore giapponese, un classico conosciuto in tutto il mondo e fonte inesauribile di informazioni per tutti gli Occidentali che hanno scritto di cose giapponesi, attingendovi a piene mani. Anche se, negli anni in cui Mitford scriveva la sua antologia – al tramonto dell’epoca Tokugawa –, il sistema feudale era ormai alla fine, egli aveva però fatto in tempo a conoscere la società giapponese tradizionale (era arrivato in Giappone nel 1866), e gliene era rimasta un’impressione indelebile, tanto che ebbe a dichiarare, al termine della sua vita, che i fantasmi di quel tempo passato continuavano sempre a presentarsi alla sua mente, insieme a suggestive immagini di guerrieri in armi. Da questa fascinazione, e da una lunga e difficoltosa ricerca condotta tra le genti di campagne e paesi, è scaturita un’opera – qui per la prima volta tradotta in italiano – che ha contribuito potentemente a delineare i contorni dell’immagine che l’Occidente ha del Giappone, come Paese la cui lontananza ha connotati non soltanto spaziali, ma anche temporali.
Questa ricchissima raccolta di racconti e fiabe popolari si apre con la celeberrima Storia dei 47 Ronin (in una versione che discosta in parte da quella tradizionale), per proseguire con storie di eroismo, di cavalleria e sacrificio estremo, che costituiscono l’essenza dello Yamato Damashi (lo Spirito dell’antico Giappone); e poi sconfina nel fantastico, con racconti di superstizioni, incantesimi, fantasmi, vampiri e animali che possono assumere sembianze umane.
L’opera si conclude con il primo resoconto di un seppuku (il suicidio rituale di un samurai), di cui Mitford fu testimone oculare: quello, notissimo, cui fu condannato dalle autorità giapponesi un ufficiale del Principe di Bizen, nel febbraio 1868. In queste pagine si può dunque ritrovare il profumo di quello spirito che ancora sopravvive in fondo all’anima del popolo giapponese, benché i samurai siano stati cancellati dalla storia proprio nell’epoca attorno alla quale Mitford scriveva queste pagine.