La rivoluzione del fare nulla

di Morimoto Shoji - traduzione di Paolo Poli

ed. Feltrinelli , 2024 - ISBN 9788807730726 - 143 pag

Un moderno Bartleby giapponese, diventato un caso internazionale, mette a nudo le incongruenze e la banalità della vita contemporanea, con una scelta radicale: fare nulla. 

Stanco dell’insoddisfazione del suo capo che lo ritiene un “posto vacante permanente”, Shoij Morimoto, dopo anni nel tentativo di soddisfare le pretese sociali, si chiede se proprio il “far nulla” possa avere un valore, anche se non misurabile in produttività. Così, con un tweet, avvia il suo servizio Do-nothing Rental e lui diventa una “persona a noleggio che non fa nulla”. Nessun tariffario applicato, solo rimborso spese e offerta libera. Vuoi compagnia a cena, per una passeggiata, o mentre dipingi fiori? O qualcuno che ti saluti mentre sei in partenza per un viaggio? Shoji è affidabile, non giudica, non dà consigli, non fa consulenze e si impegna a rimanere distaccato. Semplicemente c’è, dove magari nessun altro vorrebbe o potrebbe esserci. Non per un lavoro, né per “darti una mano”: niente di simile a una “prestazione retribuita”. Shoji è disponibile per chi ha bisogno di una pura “presenza”. Le sue considerazioni e i suoi incontri, eccentrici fino all’assurdo, se non fossero veri, raccontano delle derive reali di una società – quella giapponese, ma in fondo anche la nostra – orfana di punti di riferimento e persa in solitudini abissali. Nel ripercorrere le sue esperienze, ci sentiamo interpellati e provocati da questo moderno Bartleby sul valore che attribuiamo al lavoro, al denaro, alle relazioni e alla famiglia, ai legami significativi e alla ricerca di uno scopo. Con tono asettico e disarmante leggerezza, Shoji ci parla, senza volersi porre a modello, di come ha scardinato il paradosso di perdere se stesso nella folle corsa individualistica al successo e all’efficienza. Perché “far nulla” è solo un lato della medaglia: sull’altro c’è scritto “Io valgo già in quanto esisto”.